Per tutti gli appassionati di motori e in particolare di Ferrari ma anche per tutti quelli a cui piace la tecnologia e il design, la visita ai musei Ferrari di Maranello e Modena è una tappa obbligata. Finalmente dopo tanti anni ho potuto coronare questo desiderio visitando i luoghi dove è nato il mito Ferrari. A Maranello oltre alla storica sede della Ferrari troviamo anche la nuova sede della GES (gestione sportiva). La nuova Gestione Sportiva Ferrari è stata realizzata nel 2012 dal progettista Arch. Jean Michel Wilmotte e dall’ingegnere Luigi Quaranta. Il nuovo edificio è concepito per essere interamente dedicato alle attività della Scuderia Ferrari, l’anima del Cavallino Rampante nel settore delle corse e della competizione sportiva. L’edificio è composto da tre piani: l’interrato e il piano terra accolgono le attività di assemblaggio delle vetture F1, mentre il piano primo riunisce il dipartimento tecnico con le aree dedicate alla comunicazione e agli eventi. Il complesso occupa insieme alle aree verdi e alla viabilità interna, una superficie di circa 16000 metri quadrati.


A Maranello troviamo il primo museo Ferrari, una mostra celebrativa dedicata alla squadra di Formula 1 più vincente di sempre, un nome simbolo del motorsport che unisce un intero Paese e milioni di tifosi in tutto il mondo. 31 titoli mondiali, di cui 15 titoli Piloti e 16 Costruttori, sono un primato ineguagliato che il team di Maranello è chiamato ogni anno a difendere e onorare, con la stessa passione degli albori della sua storia. La mostra rende naturalmente omaggio anche alle vittorie conquistate nei campionati a ruote coperte.

Tra le varie vetture esposte troviamo la mitica F40 l’ultima nata prima della scomparsa di Enzo Ferrari, la più moderna “La Ferrari” e la sua versione FXX K evo oltre a molte altre vetture storiche.



Tra le vetture da corsa invece troviamo la mitica 126ck di Gilles Villeneuve, le varie Ferrari vittoriose dell’epoca di Schumacher e l’ultima vincitrice di un campionato del mondo, quella di Kimi Raikkonen del purtroppo ormai lontano 2007.


Tra le vetture esposte c’è anche la poco conosciuta Ferrari 637, progettata per correre in America nel campionato Indycar. La storia di questa vettura è a dir poco affasciante e rende anche bene l’idea del carattere di Enzo Ferrari. All’inizio della stagione 1986 tutte le vetture sulla griglia di partenza erano dotate di motori turbo, la cui sorprendente potenza era motivo di preoccupazione per la FIA (Fédération Internationale de l’Automobile), che aveva intenzione di introdurre una serie di nuovi regolamenti che includevano il divieto di utilizzare motori turbo per privilegiare invece i motori aspirati a otto cilindri. Scontento della notizia, Enzo Ferrari fece un annuncio che avrebbe sconvolto il mondo delle corse: in mancanza di un’apertura alla trattativa da parte della FIA, la Ferrari avrebbe abbandonato del tutto la Formula 1 per andare a gareggiare nel campionato CART. Molti, compresa la FIA, la considerarono una semplice provocazione a ripensare i regolamenti proposti per la Formula 1, e pochi la presero sul serio. Ma la Ferrari faceva sul serio: abbastanza da mandare negli Stati Uniti il Direttore Sportivo della Scuderia, Marco Piccinini, per farsi un’idea più chiara del campionato e incontrare organizzatori e squadre concorrenti.
Nel settembre 1986 la 637 V8 turbo era pronta per le prove su pista e la Ferrari scelse il suo pilota di Formula 1 del tempo, Michele Alboreto, per metterla alla prova. Profondamente diversa dalle altre vetture CART dell’epoca, la 637 ebbe un successo immediato, dimostrando di essere competitiva e, soprattutto, incredibilmente veloce. Com’era prevedibile, la notizia di una nuova Ferrari costruita per il campionato CART si diffuse in fretta, anche grazie al fatto che Enzo Ferrari aveva invitato un membro della stampa internazionale ad assistere alle prove. Fu allora che la FIA si rese conto che, dopotutto, forse la Scuderia faceva sul serio. Il piano di Enzo Ferrari funzionò, spingendo la FIA a consentire l’utilizzo dei motori turbo per altre due stagioni. Di conseguenza, la Ferrari annunciò la propria intenzione di continuare a dedicarsi completamente alla Formula 1: tutti i progetti per il campionato CART furono accantonati, e con loro si concluse anche la breve ma emozionante storia della Ferrari 637.

Tra le vetture da competizione a ruote coperte la più bella è senza dubbio la 330 P4 che Ferrari schierò nel campionato mondiale sport prototipi del 1967. Famoso fu l’arrivo in parata di tre Ferrari, due 330 P4s e una 412 P alla 24 Ore di Daytona del 1967.


Al termine della visita del museo c’è la possibilità di cimentarsi nel simulatore di F1 e di acquistare un ricordo della giornata al Ferrari Store.

L’altro museo Ferrari si trova Modena, è stato realizzato ristrutturando la casa natale di Enzo Ferrari, affiancata da un moderno museo a forma di cofano di auto da corsa di colore giallo, il colore della città di Modena. Il progetto di ristrutturazione è stato ideato dall’architetto Jan Kaplicky, il quale a causa dell’improvvisa scomparsa non ha potuto assistere alla ultimazione dei lavori; vennero quindi portati a termine dal suo assistente Andrea Morgante, a cui si deve la firma degli interni. La realizzazione del progetto è costata circa 18 milioni di euro. I lavori per il progetto sono iniziati nel 2009 e compresero, oltre alla costruzione del museo, anche la ristrutturazione della casa-officina in cui nel 1898 nacque Enzo Ferrari e in cui lavorò successivamente, per un totale di 5000 m², di questi, 3000 m² comprendono una parte espositiva, una sala eventi, un’aula didattica, uno store e una caffetteria.


In questo periodo, la mostra del museo si intitola “Game changers”, infatti è dedicata allo spirito innovativo del cavallino rampante, un viaggio tra i modelli più innovativi della storia Ferrari, che conducono all’ultima nata, la Ferrari Purosangue. Tra le vetture che possiamo ammirare troviamo ad esempio la F1 del 1989, la F1-89 o 640 la prima monoposto di F1 ad utilizzare un cambio semiautomatico al volante progettata da John Barnard.

La 408 RM4 invece è un prototipo del 1987 realizzata dal mitico Ing. Mauro Forghieri, è stata la prima Ferrari a 4 ruote motrici che però non fu mai messa in produzione. Si dovrà aspettare fino al 2011 quando Ferrari presenta la FF (Ferrari Four) la prima auto del cavallino rampante dotata di 4 ruote motrici. Tra le curiosità alcuni particolari meccanici del sistema di trazione integrale vengono realizzati proprio da chi sta scrivendo questo articolo 🙂


Altra vettura ricca di fascino è la 500 F2, con cui la Ferrari ha corso il campionato del mondo di Formula 1 del 1952, 1953, 1954 e 1955. È stata la prima Ferrari ad essere concepita con un motore che non fosse il 12 cilindri. Con questa vettura Alberto Ascari ha vinto il titolo mondiale piloti nel 1952 e 1953. Il nome dell’auto “500” rappresenta la cilindrata di 500 cc per cilindro del motore (500 cc x 4 cilindri = 2.000 cc).

La mostra termina con l’ultima nata, la Ferrari Purosangue il primo Suv del cavallino rampante.

Due musei assolutamente da visitare per chiunque sia un appassionato di motori ma non solo, per chi ha voglia di respirare arte, passione e vivere il sogno di un uomo che con la sua tenacia ha saputo trasformarlo in realtà, perché come disse proprio Enzo Ferrari: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”.
